Dottoressa Ilaria Fontana

Psicologa e Psicoterapeuta

Mi chiamo Ilaria e faccio la psicoterapeuta, vivo a Napoli una bellissima città baciata dal sole e dal mare ma anche molto caotica, turbolenta, spesso malvista.

Conosciamo Ilaria

Mi chiamo Ilaria e faccio la psicoterapeuta, vivo a Napoli una bellissima città baciata dal sole e dal mare ma anche molto caotica, turbolenta, spesso malvista. Ma la mia terra ha anche enormi potenzialità e credo che il mio essere napoletana abbia contribuito a rendermi ostinata nella ricerca di risorse. Ci sono sempre delle possibilità per migliorare le cose anche quando apparentemente la situazione è ostinatamente critica. Bisogna sapere dove cercare ed è importante sapere a chi chiedere una mano. Nella mia vita io una mano l’ho chiesta e ne ho trovata una tesa e questa esperienza positiva è diventata una filosofia di vita: essere psicoterapeuti vuol dire tendere una mano a qualcuno che cerca di uscire fuori da un pantano. Il mio lavoro è far sì che le persone riescano a superare questo pantano ritrovandosi molto più ricche di quando vi sono entrate, fornendo loro gli strumenti necessari per superare nel migliore dei modi possibile gli altri pantani che potrebbero incontrare lungo la via.

Sono diventata psicoterapeuta perché credo che nessuno possa salvarsi veramente da solo. Abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci dia una spinta, un sostegno, che ci aiuti a ritrovare un’ispirazione e che ci dica “ce la puoi fare”. All’inizio la mia formazione si è incentrata sui bambini e gli adolescenti. Lavorare con l’età evolutiva vuol dire sperimentare percorsi di elaborazione della sofferenza alternativi, attraverso l’uso del gioco e della creatività i più piccoli possono esprimere ed elaborare sofferenze e paure che ancora non riescono a comunicare appieno verbalmente. Gli adolescenti sono complessi, enigmatici e drammatici per antonomasia, in questa fase della crescita è importante riuscire ad aiutarli a sviluppare degli strumenti di gestione delle emozioni per non esserne travolti. Con loro mi diverto molto a lavorare in gruppo usando strumenti creativi di espressione teatrale. In seguito mi sono specializzata in psicoterapia con l’approccio Umanistico Esistenziale Integrato per aiutare le persone in tutto l’arco della loro vita. Il percorso di crescita che io propongo è “cucito su misura” per aiutare la persona ad attraversare i momenti critici che si incontrano nel vivere quotidiano, in famiglia, in coppia e a lavoro. 

 

 

 

“L’obiettivo del percorso terapeutico è consentire all’utente di riesaminare la sua storia passata, attivarsi energicamente nel presente (connessione mente/corpo), progettare realisticamente il suo futuro influenzando il suo destino in un nuovo stile di vita funzionale”.

(Edoardo Giusti, Garzanti 2013)

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Di cosa mi occupo

Mi occupo I disordini alimentari, di gestione delle emozioni e quindi anche di disturbi d’ansia. Con le persone lavoro per migliorare la fiducia in sé stessi, la propria autostima e la consapevolezza nelle proprie capacità, elementi indispensabili per superare momenti difficili, raggiungere obiettivi e realizzare desideri. Penso anche che il rapporto con il nostro corpo sia determinante nello sviluppo della personalità. In particolare per la donna il corpo ha una grande implicazione psicologica. Per piacersi è importante stare bene con sé stesse dentro e fuori e riuscire a mantenere questo equilibrio anche durante i cambiamenti nella vita. Per questi motivi lavoro sull’ascolto delle sensazioni e sull’espressività della comunicazione non verbale. Anche i rapporti umani sono importanti. Senza relazioni non c’è ricchezza e l’essere umano è destinato a morire come una pianta lasciata senz’acqua. Ma è anche vero che a volte le relazioni sono davvero complicate; per questo lavoro sugli equilibri che sostengono una relazione sana con il partner, con i figli e gli amici, così come sull’elaborazione della fine di una relazione e sulla separazione. A volte ci si può sentire soli ed isolati, eppure capita che contemporaneamente si possa dare l’idea di non essere disponibili a incontrare nessuno, a collaborare e a condividere. Questo può succedere perché senza esserne consapevoli mandiamo casualmente dei messaggi contrastanti a chi ci circonda contribuendo a creare un po’ di confusione. In questi casi lavoro con le persone per aiutarli a far nascere relazioni sane e appaganti, che riempiono la vita di fiori e frutti, partendo con il piede giusto!

 

"Il fine della terapia consiste nel far sì che il paziente non dipenda dagli altri e scopra fin dal primissimo momento che può fare molte cose, molte più cose di quelle che crede di poter fare."

(Stephanie Rawson)

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